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Gianfranco Ravasi
IL BELLO DELLA BIBBIATratto da Famiglia Cristiana |
Il sacrificio di Isacco |
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Una quercia fulminata era il Vegliardo. / Volavano « sulla fronte nubi / come a una vetta alta e nuda. /Ma legato il basto al giumento, / tagliò con lucida calma la legna. / Indi, la mano dei fanciullo / perduta nella sua grande mano, / prese l’ombra di lui / a ondeggiare sull’altopiano... / O Vecchio, com’era il volto del Dio? / forse un lenzuolo di sangue? / o una roccia nera, un cratere in fiamme? / O Signore mio, amato e crudele!». Sono i primi e l’ultimo verso di una specie di ballata che David M. Turoldo ha dedicato a uno degli episodi più alti e drammatici della Bibbia, il cosiddetto sacrificio di Isacco (Genesi 22). Lo ricordiamo ora, nella solennità della Pasqua, perché la tradizione cristiana - a partire dalla stessa Lettera agli Ebrei (11,17-19) - l’ha interpretato come un segno del sacrificio e della risurrezione di Cristo: in questa luce la scena è già raffigurata in un affresco della catacomba romana di Priscilla (III sec.) e anche un pittore ebreo come Marc Chagall nelle vetrate realizzate per le cattedrali francesi di Metz (1958) e Reims (1974) assocerà Isacco e Gesù, sulla scia di una lunga serie di riletture cristiane a partire dai Padri della Chiesa. Ma anche la lista degli artisti, degli scrittori e dei musicisti chi sono stati conquistati da questa pagina biblica è sterminata. |