IL CANTO NELLA LITURGIA

«L'uomo non può fare a meno del canto. Gioia, dolore, fede, speranza, impegno, pentimento: tutto viene esaltato dal canto, accompagnato o no dal suono di uno strumento. 
Voce individuale o espressione corale, il canto ha la virtù di unire i molti, di avvicinare i distanti, di uniformare il molteplice; è veicolo di emozioni, ma anche canale di catechesi e di fede. Quello stesso Spirito che sa parlare tutte le lingue dell'uomo, sa anche servirsi dei più diversi strumenti per dar voce alla supplica, alla gioia e alla lode dei figli di Dio».1  

  • Canto e musica fanno un servizio a Dio (funzione pasquale-mistagogica): devono contribuire a introdurre nel mistero .
  • Canto e musica fanno un servizio alla celebrazione (funzione rituale). Non esiste più la Messa letta o cantata, ma semplicemente la Messa celebrata. 
  • Canto e musica fanno un servizio all'assemblea (funzione ecclesiale). La liturgia esprime il vivere e il credere di ogni Chiesa. Ogni celebrazione è di tutti e richiede l'intervento attivo dei presenti. Una musica o un canto sono liturgici se assolvono a queste tre funzioni: 
    pasquale o mistagogica, rituale, ecclesiale".2  
  •  «Anche i ministranti, i lettori, i commentatori e i membri della « schola cantorum » svolgono un vero ministero liturgico. Essi perciò esercitino il proprio ufficio con quella sincera pietà e con quel buon ordine che conviene a un così grande ministero e che il popolo di Dio esige giustamente da essi. 
    Bisogna dunque che tali persone siano educate con cura, ognuna secondo la propria condizione, allo spirito liturgico, e siano formate a svolgere la propria parte secondo le norme stabilite e con ordine.».3

    Celebrare in Spirito e Verità n° 127, Sussidio Teologico-pastorale per la formazione liturgica, Roma 1992

    1. A. Sorrentino,  Celebriamo con gioia, città, anno.
    2.  CV II Sacrosanctum Concilium n° 29